Once Upon a Time in Wonderland 2: la storia di Amara! Capitolo 8

fante
Bosco dei Sussurri
Squitti guardò Will “Vuoi che ti porti da Anastasia? Sei sicuro?” Will senza esitare rispose “Certo, sai dov’è?” “Ovvio che so dov’è”rispose Squitti “È rinchiusa nelle segrete del Dark Castle, la dimora di Taron…”Squitti guardò esitante Will “Sicuro che vuoi andarci?” Will, voltandosi verso un pietrificato Jefferson, rifletteva: davvero voleva rivedere Ana? Ma la prioritá ora era quella di riportare Amara indietro, e Ana era l’unica che potesse aiutarlo. “Ci serve Amara”disse Will “Quindi sì. Cosa sai delle segrete?” Squitti salì sul tavolino, prese il coperchio della cappelliera e una piuma, che intinse in un tè,e iniziò a disegnare “Taron ha delle guardie all’ingresso: dei gargoyle. Questi prendono vita ogni qual volta che ci passa un umano davanti.” “Bene, tu non sei umano, quindi puoi passarci tu.”rispose Will “Una volta dentro, potrei aprirti il passaggio segreto, ma devo superare i cancheabbaiano” “I cosa?”Will strabuzzò gli occhi “I cancheabbaiano, sono dei cani che abbaiano”Squitti guardò Will “Ti facevo più intelligente” “Continua, prima che ti faccia diventare una pelliccia!”disse Will dando un leggero scappellotto dietro la testolina di Squitti. “Una volta superato quelli e averti fatto entrare,ci sono 2 enigmi da superare,e poi c è la cella di Ana”Squitti guardò Will dritto negli occhi”e poi dovremmo rifare tutto all’inverso perfettamente. Allora andiamo?” “Certo, sono pronto. Amara,stiamo arrivando”
Dark Castle
La sala del trono è sempre stata molto cupa. Dopo quello che gli era successo nel suo passato,a Taron non piaceva molto la luce, quindi quando era giorno abbassava delle pesanti tende davanti alle finestre. Finalmente poteva indossare qualcosa di comodo: mise una tunica nera, con una cintura e dei ricami in argento, tolse gli stivali per mettere ai piedi dei comodi sandali, e si sedette sul trono sorseggiando del whisky. Ormai Amara era fuori gioco, e si sentiva soddisfatto della cosa. Intanto,fuori al Castle, nei cespugli,Will e Squitti osservavano la situazione. “Posso chiederti una cosa?”disse Will rivolto a Squitti “Dimmi” rispose lo scoiattolino “Come conosci queste cose del castello?” “Beh, vedi, ho passato del tempo in quelle segrete…”disse Squitti “ma non mi va di parlarne” “Ok, roditore,come vuoi. Allora prendiamo Ana e scappiamo” Squitti si avvicinava di soppiatto ai gargoyle, avendo paura di svegliarne uno, ormai non era più un umano,ma non si sa mai. Camminava talmente raso al suolo che quasi sembrava strisciare e riuscì ad entrare nella grotta. ‘La parte facile è fatta,ora non devo farmi vedere e sentire dai cancheabbaiano, pensò Squitti. Detto così, possono sembrare dei cagnolini affabili, ma i cancheabbaiano quando abbaiavano mandavano in confusione l’avversario, facendolo impazzire. Portare le persone alla follia era quello che più piaceva a Taron. I cani erano tre,e Squitti doveva calcolare bene i loro tempi di ronda.Appena capì come si muovevano,scattò di corsa e superò il muro.Poi,si arrampicò e col peso del suo corpo fece scattare una leva, la quale fece aprire una porta da cui entrò Will. Attraversarono un corridoio e si trovarono davanti al primo enigma: dovevano aprire un muro a metá e passarci attraverso prima che esso si chiudesse nuovamente. Per aprire il muro, Will avrebbe dovuto inserire 3 pietre nel posto giusto. “Allora, davanti a me ho tre pietre di diversa dimensione e diverso colore, come devo posizionarle?” Provò prima a inserirle dalla più piccola alla più grande, ma ebbe come risultato il tremore della caverna, poi le mise dalla più chiara alla più scura e il muro si aprì. Passarono per un pelo. Il secondo enigma era più complesso: doveva mettere delle pietre su una sorta di bilanciere: se avesse indovinato il peso esatto, si sarebbe aperta la cella, ma se avesse sbagliato anche di un solo etto, gli sarebbe caduto un masso enorme sulla testa. Will iniziò a posizionare delle pietre, finchè non ne rimasero due. Fortunatamente prese la più leggera e la cella si aprì. Davanti a sè, in un angolo,stentava a riconoscere che quella ragazza poco curata era la sua Ana. Ana alzò gli occhi e stupita esclamò “Will?” “Sì sono io,vieni con me dobbiamo salvare un’amica” Ma improvvisamente, davanti a se trovò dei soldati. “COME HANNO FATTO A ENTRARE?” Taron scagliò il suo bicchiere vicino al muro.”Dovrò occuparmi della cosa di persona!” Will prese una spada che era dietro l’angolo e sconfisse uno ad uno i soldati, prese Ana per mano e riuscì a portarla fuori al castello. “Povero,povero illuso. Sai che lei non ti servirà a nulla ora? Non crede più in se stessa, non è la Regina Rossa che conoscevi. “Disse Taron a Will “Davvero? Allora perchè non ci lasci passare, visto che non è più la stessa?” disse Will “Non credo” fece Taron sorridendo” tu hai preso ciò che è mio, sei entrato in casa mia e hai rubato. Sei e sarai sempre un ladro. Meriti una punizione per questo,ma non userò neanche la magia con te”e fece apparire una spada”non ne vale la pena” “Fatti sotto allora”fece Will con un cenno della mano”tanto non ho paura.
 Iniziarono un duello di spade senza precedenti, un attimo aveva la meglio Will, poi Taron, finchè quest’ultimo non prese il sopravvento. All’improvviso, Will notò che dietro di lui c’era un dirupo, quindi fece avanzare Taron e all’ultimo si scostò,facendo cadere il Re nell’oblio. “Tutto bene Will?” Ana corse verso di lui e gli si gettò tra le braccia, dandogli un bacio Will si scostò subito “Ma cosa…non ti ho salvato per questo Ana. Ora andiamo via prima che…” “Prima che scateni la mia ira.” Taron salì dal dirupo volando a mezz’aria “Ora sono stufo di te, Fante. Facciamola finita.”
By Roberta G.

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