Recensione 5×13, Labour of love.

Con l’episodio Labour of Love, andato in onda domenica 13 Marzo, l’azione entra nel vivo. Abbiamo infatti scoperto la sorte che è toccata a Killian, abbiamo conosciuto meglio il villain( e che villain!) di questa metà di stagione e abbiamo anche fatto la conoscenza di due nuovi personaggi.
Ma procediamo con ordine.

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La puntata, grazie all’introduzione dell’eroe greco Hercules, ci permette di tornare ancora una volta a ripercorrere il passato di Biancaneve e , in modo particolare, la sua giovinezza.
Ciò che assistiamo in questo episodio è la netta contrapposizione tra una giovane Snow da una parte e una insicura Mary Margaret dall’altra.
La nuova identità che si è creata attraverso il sortilegio e con lo scioglimento di quest’ultimo,  ha fatto si che una nuova Snow prendesse il posto di quella vecchia. E diciamocelo, anche noi ce ne siamo accorti.
Personalmente ho sempre preferito la Snow White della Foresta Incantata: un eroina, forte e sicura che non si lasciava intimidire da niente e da nessuno. Queste caratteristiche sono venute meno in Mary Margaret rendendola, a tratti, insicura di se e incapace di reagire.
L’incontro con il Semidio le ricorda chi era nella sua vita passata.
E grazie al flashback in cui assistiamo all’incontro tra i due, vediamo il percorso fatto dalla giovane principessa Snow che grazie a Hercules cresce: mette via i panni della principessa incapace di prendere decisioni per il bene del suo popolo e diventa una guerriera iniziando così il percorso che la porterà a essere Biancaneve, così come l’abbiamo conosciuta fin dalla prima stagione. E il tutto culmina con un dolcissimo bacio tra i due.

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Il ricordo di ciò che era cozza con la nuova identità cucitele addosso dal sortilegio di Regina e così finalmente decide di abbandonare l’alterego di Storybrooke per ritornare ad essere l’eroina di un tempo, pronta ad affrontare mille pericoli per proteggere le persone che ama.

L’episodio ci da modo anche di conoscere due personaggi della mitologia Hercules e Megara. Mentre il primo è stato ben rappresentato indagando anche la sua psicologia e la sua insicurezza nell’affrontare le sue fatiche, Megara invece è stata resa in modo molto approssimativo e poco convincente a causa del poco spazio concessole.
L’Herc che ci viene presentato è un giovane semidio, figlio di Zeus e di una mortale, in viaggio per affrontare le sue famosissime 12 fatiche. All’incontro con Snow ne manca ancora una che purtroppo risulterà fatale sia per lui che per Megara: l’uccisione del cane a tre teste Cerbero, guardiano degli Inferi.

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Che rappresenta uno degli unfinished business di Hercules.
L’incontro con la vecchia amica Snow sarà benefico per entrambi. Grazie a lei infatti Hercules, con l’aiuto di Megara, riuscirà a sconfiggere la bestia.
I due adesso, neo-innamorati, sono pronti a lasciare Hellbroke per ascendere al monte Olimpo in cui Herc si è conquistato lo status di dio avendo compiuto le dodici fatiche.

Una menzione speciale però la meritano due personaggi Cruella e Ade.
Ritorna infatti in questo episodio una delle Queens of Darkness che più è stata apprezzata nella scorsa stagione per le sue battute pungenti e irriverenti e che anche qui non è da meno.
Con lei si apre una sottotrama davvero davvero interessante che coinvolge Henry, personaggio che rischiava di non essere utilizzato a dovere in questa seconda metà di stagione. Tramitre Crudelia infatti, si viene a scoprire che la penna dell’Autore in quanto entità viva, forgiata dalla Magia, non è scomparta ma si trova lì a Hellbrooke e stringe un patto con Henry: cambiare la storia per portarla nel mondo dei vivi e in cambio Emma non sarà più coinvolta nel suo omicidio. Proposta che Henry sembra accettare. Cruella è tornata ragazzi e di questo non posso che essere davvero felice.

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Ultimo ma non per importanza è lui Ade. Che con questa puntata abbiamo potuto avere un altro bell’assaggio della sua personalità  e del suo modo di operare.
Penso che sia stato reso davvero bene: crudele, spietato e allo stesso tempo pacato e tranquillo merito anche all’attore che dona al personaggio delle sfumature davvero interessanti.
Di lui si sa davvero poco ma ciò di cui sono più curioso (e anche Regina sembra esserlo!) è perchè quel luogo sia così simile a Storybrooke. Secondo me la storia del dio dell’oltreromba ci riserverà tantissime sorprese e io non vedo l’ora di scoprirle!

L’episodio secondo me è stato molto piacevole e viene ritrovato il gusto della narrazione tipica della prima stagione. Alcuni hanno criticato la poca permanenza di Hercules&Megara invece io lo trovo un punto di forza. Si è ritornati alla struttura degli episodi in cui vi è l’inizio, lo svolgimento e la fine. Con una main plot sullo sfondo (il recupero di Hook) a cui adesso si aggiunge la storyline dell’Autore. L’aver legato un anima defunta a un personaggio del cast principale è stata, a mio avviso, un’idea vincente ed ha permesso di riprendere un tipo di narrazione ormai persa da molte stagioni.

L’appuntamento è per la prossima settimana in cui vedremo se Hook cederà alle pressioni del malvagio Ade: per ogni anima che lascerà quel luogo in seguito all’intervento degli Eroi, Hook dovrà scrivere uno dei loro nomi in delle lapidi che le vincoleranno a rimanere lì per sempre. Cosa farà Hook?

 


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